Il fatto è che spesso ci preoccupa il confronto. Nel confronto ci sono sempre dei compromessi da accettare, e di che se ne dica: esso è territorio di conquista di personalità forti, che non temono le conseguenze delle loro azioni, dei loro desideri, delle loro pulsioni. Ci vogliono le “palle” per portare avanti un sogno, ma ce ne vogliono ancora di più per condividerlo con altri, perché ciò porta il compromesso al vertice delle “priorità”.
Oggi si tende ad identificare il compromesso con l'incapacità di saper imporre le proprie idee. Ma io penso che sia una vera e propria arte, prerogativa solo di coloro che non vogliono perdere il contatto con la “esistenza” altrui. Capire la complessità di un individuo, individuare i suoi reali desideri, i suoi pensieri non è cosa da tutti; come non è da tutti veicolarne le pulsioni attraverso il compromesso.
IL compromesso è confronto! Solo le culture che vogliono insinuare il “seme” dello “isolamento”, attraverso la dietrologia dei loro “filosofi”, diffidano dell'arte del compromesso, perché l'esercizio di questo crea: gruppo e comunione. Ti spinge a cercare un rapporto, a mantenerlo, a coltivarlo, a seguirlo, a farlo evolvere. A rischiare, quindi, di perdere il proprio “primato” ogniqualvolta si incontrino persone più forti, più preparate.
E' molto più facile nascondersi, occultarsi, magari dietro un pezzo di carta, dietro un ruolo, che accettare un confronto aperto, dove il rischio di sentirsi inadeguati, impreparati e anche, perchennò, deboli, è sempre dietro l'angolo.
Quindi occultati, che vi nascondete dietro alle frasi fatte, che seguite le mode come il tanfo segue i camion della nettezza urbana, che non proponete mai nulla di nuovo, nulla di vostro perché vi spaventa anche solo il rischio del fallimento:
...fatevi vedere, fatevi sentire. Non fatevi sedurre dall'idea dell'isolamento, dalla filosofia della “superiorità” di colui che “impone”. Non disabituatevi all'esercizio del compromesso ed al concetto di gruppo (o clan o tribù), perché lo “isolarci” ci rende deboli, vulnerabili, timorosi e in totale balia delle nostre paure (magari... magari fomentate da una “informazione di interesse”?).
Meglio essere paranoici che essere “vermi” totalmente interrati. Meglio crearsi un destino proprio fatto di rischi, di fallimenti, di confronti e di compromessi, che farsene creare uno standard: che sa tanto di “cappotto di legno” dell'ultima ora.
Dateci retta: imparate a scrivere il “vostro libro”! Noi non vi giudicheremo... mai! Siate compromissori e non siate: ignavi.
Ave gaio visitatore!
Mr. Boerna [+]
3 commenti:
Mr. Rolands trovo l'immagine da te usata, come dire......"anomala". Non che la cosa mi spaventi, ormai convivo da anni con la tua malattia. Ma se la cosa non ti "disturba"(?) potresti spiegarci il nesso. Ho usato il plurale perchè penso che la tua spiegazione interesserà, sicuramenteeeee, tutti i componenti del Clan. Ciao gaio The Rolands
Guarda è facilissimo.Queste due figure, nonostante siano così diverse e essendo padroni del loro destino, riescono a comunicare usando l'arte del compromesso.Sono sicuro che Pippo, Ivan e Ares l'avevano capito...
The Rolands vede veramente nell'anima della gente, infatti per me era chiarissimo il significato della foto.
Infatti non solo le figure nella foto comunicano tra di loro,
ma anche tutti noi.
Chiaramente tranne Mr Boerna, dato che lui non comunica, ORDINA.
Ave ARES
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