24 maggio, 2007






Dante ci ammonì



Ave! Gai Moovidisti!



Una sera ho visto e sentito con attenzione una interessantissima ( e non poteva essere altrimenti ) intervista a Roberto Benigni sul suo amore per Dante e quell'immensa opera di umano ingegno e bontate: la “Divina Commedia”.


Fra tutte le cose che ha detto Benigni ( in un elogio continuo dell' Italianità e della grandezza di questo paese che tanto ha dato culturalmente al mondo intero senza nulla chiedere in cambio ), ha attirato la Mia attenzione il suo, diciamo così, “appello” contro il pericolo di una tendenza diffusa a crearsi degli “idoli”: il crearsi idoli è “fuorviante”! Fa smarrire......”la diritta via”.


L'idolatria oscura la di ciascuno umanità e tutte le prerogative che essa implica. Pur non volendo ribadire quello che più volte abbiamo scritto nei post precedenti, è comunque un dato di fatto che la storia più volte ci ha ammonito attraverso i suoi attori, a non privarci della capacità di scegliere e di decidere ovvero di: “prendere una posizione”. L'idolatria, infatti, è demandare a qualcosa o a qualcuno prerogative che sono proprie dell'individuo allontanandolo o fuorviandolo da ciò che è lo scopo: la ricerca della verità.


Perché la maggior parte degli uomini ha così paura di cercare, di scoprire la propria umanità e di vivere una propria realtà? Se tutto ciò che è “dimensione umana” è per ciò stesso espressione di uomini e può, quindi, essere rivista, reinventata da altri,.......cosa spinge la maggior parte degli individui ad accontentarsi di ciò che viene loro offerto, preparato, predisposto e in qualche modo standardizzato omologato?


Un agghiacciante paura della solitudine! Chiunque si appresti alla ricerca della verità, deve sapere che il suo cammino potrebbe essere solitario. Così per Dante all'inizio dello “Inferno”, I( v. 1 - 63 ) prima cioè di incontrare Virgilio.


L'idolo è quindi una soluzione comoda. Un'entità in cui trasfondere tutte le proprie pulsioni, tutte le proprie paure ed i sensi di colpa ma che comporta come conseguenza, contropartita, l'annichilimento della propria personalità.


E' come scattarsi una foto e vivere per tutta la propria esistenza in quell'irreale, immobile istante. L'idolo è generalmente irraggiungibile, al di fuori del nostro stile di quotidiana realtà, tanto da ritenerlo quasi inesistente.


Sugge l'energia vitale e svuota gli individui dei loro contenuti. La storia e piena di tentativi in tal senso i cui fini permangono tutt'ora.


L'idolo differisce dal “capo – leader” in quanto quest'ultima è una figura che emerge dal gruppo in quanto ne viene riconosciuta la supremazia per forza d'animo, energia spesa e soprattutto perché un capo, in qualsiasi frangente: non perde mai l'obiettivo – scopo della sua esistenza e di quella dei suoi compagni di viaggio. Il capo nasce perché ha energia da dare, l'idolo, invece, perché ne ha da suggere, da incanalare, da destinare ad altri usi o da.........fuorviare....... ogniqualvolta che: “...la diritta via era smarrita.....”.


Ave, gai moovidisti e a tutti coloro che “..fatti non furono a viver come bruti.....”.

Mr. Boerna [+]

1 commento:

Anonimo ha detto...

Non volevo farvi notare che piove di nuovo. I Moovida colpiscono ancora. Varrebbe la pena di venirci a vedere solo per guardare che razza di specie possa imperterrita incontrare una cotale sfiga. Dovrei chiedere a Mr. Paipo se c'è un software in grado di prevedere le precipitazioni; anche se credo che suonando non più di due - tre volte l'anno il calcolo delle probabilità ci sia estremamente sfavorevole! Allegri oh gai Moovidisti